Buongiorno a tutti ragazzi.
Continuiamo a parlare di lui, dell’effetto che ha marchiato a fuoco tanti mitici riff e soli della storia del rock: il Tone Bender.
La versione MK I.V esce di scena prestissimo, tant’è che trovare sul mercato un originale è un’impresa ardua, e se si ha fortuna a trovarlo bisogna essere disposti ad alleggerire di parecchio il portafogli (ho visto esemplari in vendita per 1000 e passa Euro…).
A questo punto entra in scena la versione MK II. Questa volta il cuore del circuito è costituito da 3 transistor al Germanio OC75, e in un secondo momento da 3 OC81D, alloggiati insieme agli altri componenti su una Strip Board (millefori in Italiano). Specialmente quest’ultima variante con gli OC81D permetteva ai chitarristi maggiore versatilità, consentendo loro di passare ad un suono clean decente abbassando il solo controllo di volume della chitarra.
L’MK II venne prodotto sempre dalla Sola Sound, la quale forniva anche la Rotosound, la Marshall e la Vox. Il modello di casa Marshall era il SupaFuzz, praticamente identico all’MKII e costruito unicamente con transistor OC75. Negli ultimi esemplari di Supafuzz la Strip board fu sostituita dalla PCB e il suono di questi ultimi esemplari risulta essere più scuro.
Senza alcun dubbio la versione più rara del Tone Bender MKII è proprio la prima versione fatta dalla Vox. Questo pedale iniziò ad essere prodotto in Inghilterra a fine ’66 con lo stesso circuito Sola Sound di cui sopra, ma dal ’67 la produzione si spostò in Italia e anche il circuito subì delle variazioni rispetto all’originario Sola Sound. I transistor diventarono due, e per la precisione un SFT337 e un OC76, che negli ultimi esemplari fu sostituito da un SFT363E. Anche i valori dei condensatori e di alcune resistenze cambiano. E così ne vien fuori un pedale dalle caratteristiche sonore differenti rispetto al primo MKII. La timbrica risulta essere molto brillante, quindi il pedale si sposa bene con ampli dalla pasta sonora scura.
Questo modello di Tone Bender di casa VOX è stato quello prodotto più a lungo, fino agli ultimi anni 70.
Mentre nel 1968 la Sola Sound lancia sul mercato il Tone Bender MK 3.
In questa versione appare per la prima volta un controllo di toni che dona al pedale il massimo della versatilità. Essenzialmente il circuito è molto simile a quello dell’MKII, ma grazie al controllo di toni, all’aggiunta di un diodo nel circuito e ad un altro paio di cambiamenti il pedale assume delle sfumature sonore assolutamente non ottenibili dalle precedenti versioni.
L'MKIII e l'MKII sarnno i pedali più utilizzati da Jimmy Page dei Led Zeppelin, il quale in un’intervista dichiarò quanto segue:
“D: What's the unusual device you use on your guitar?
R: Page: It's called Tone Bender. I had somebody custom make it for me and I get 75% of my sound with it. It's very similar to a fuzzbox, but I can sustain notes for several minutes if I want to. It just has an on and off switch and it also has a fuzzy sound.” Mine
R: Page: It's called Tone Bender. I had somebody custom make it for me and I get 75% of my sound with it. It's very similar to a fuzzbox, but I can sustain notes for several minutes if I want to. It just has an on and off switch and it also has a fuzzy sound.” Mine
Durante tutti gli anni 70 la Solasound/Colorsound ha continuato a produrre il Tone Bender, ma a partire dal 1972 circa i transistor al germanio OC71 , OC75 e OC76 furono totalmente rimpiazzati da transistor al silicio fornendo così al pedale maggior gain, maggior sustain e un suono più scuro. Altra caratteristica dei Tone Bender equipaggiati con transistor al silicio è la più bassa dinamica rispetto ai predecessori.
A conclusione di questa lunga storia non posso che consigliarvi la prova di un Tone Bender di buona qualità se vi si dovesse presentare la possibilità; credo che per gli amanti come me di un bel suono da Rock fine anni 60 questo sia un oggettino davvero irrinunciabile. Oggi sono disponibili sul mercato alcune repliche davvero interessanti, e con circa 200/250 euro ci si porta a casa un suono che ha fatto storia.
Un caro saluto a 6 corde, e alla prossima puntata.
Giuseppe
*photos taken from the web
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