Ciao amici, oggi parleremo di Fuzz ! Anzi, meglio, di Fuzz Face.
E cioè di quell’effetto che ha decisamente cambiato il corso del suono della chitarra elettrica. Oggi potrebbe sembrare scontato collegare una Stratocaster ad un Fuzz Face (beato chi ne possiede un esemplare originale d’epoca…) per ottenere il riff di Foxy Lady, ma nella metà dei Sixties tutto ciò ebbe un effetto folgorante sui timpani di coloro che si videro piombare addosso una vera e propria cascata di note bollenti ottenute grazie alla saturazione che i 2 transistor al germanio apportavano al segnale della chitarra.
E quindi vediamo un po’ più da vicino come nasce questo magico pedale!
Pare che il primo progettista del circuito Fuzz Face stesse sperimentando, provando e riprovando ad incrementare il gain degli allora comunissimi transistor al germanio.
La maggior parte dei transistor al germanio dell’epoca aveva un gain medio di 70 ( per chi non ha termini di paragone vi dico semplicemente che altri tipi di transistor di costruzione più moderna arrivano a gain compresi tra 500 e 900 !!! ).
Quindi alla fine con un gioco di condensatori e resistenze, riuscì a far venir fuori dai 2 transistor al germanio un suono del tutto innovativo.
Lo schema originale del primo Fuzz Face era costituito da 2 transistor al germanio, 4 resistenze, 2 condensatori e 2 comandi, Volume e Fuzz. Peculiarità principale era la possibilità di passare da un elevato livello di gain ad un suono clean semplicemente agendo sul volume della chitarra e un’elevatissima sensibilità al tocco del chitarrista (ascolti consigliati a tal proposito Live a Monterey della Jimi Hendrix Experience e Live at Pompei dei Pink Floyd).
I transistor al germanio più comuni all’epoca erano i ben noti AC128, e furono proprio questi ultimi ad equipaggiare i primi Fuzz Face. Molto utilizzati ed apprezzati furono anche gli NKT275.
Uno dei personaggi che per primo iniziò a modificare il circuito del Fuzz Face fu l’ingegnere del suono di Jimi Hendrix, tale Roger Mayer. Sperimentando un po’ su vari valori del circuito, riuscì a cucire addosso ad Hendrix il suo caratteristico sound, che è quello che noi tutti conosciamo.
Negli anni a seguire parecchi costruttori hanno rivisitato il celebre circuito di casa Dallas Arbiter, e tutt’oggi parecchi bravi artigiani si cimentano nella loro interpretazione del leggendario effetto.
Con l’arrivo del 1970 nel circuito del Fuzz Face fanno la loro comparsa i transistor al silicio (es. BC108), caratterizzati da una soglia di gain ben più alta rispetto ai loro cugini al germanio, e quindi da una più limitata possibilità di passare ad un suono clean agendo semplicemente sul comando del volume della chitarra.
Quando la Dunlop acquista il marchio Fuzz Face dalla Dallas Arbiter produce due versioni del Fuzz Face, ma entrambe equipaggiate con transistor al silicio e che quindi non incontrano particolarmente il favore dei puristi del sound anni 60.
Negli anni 90 poi la Dunlop produce una riedizione equipaggiata con transistor NKT al germanio, la quale suona decisamente più simile ai primi modelli di Fuzz Face.
Man mano avremo poi modo di parlare di alcune belle interpretazioni Boutique di questo splendido pedale.
Buon Fuzz a tutti.
Oldstrato
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