sabato 26 febbraio 2011

A proposito di Jimi Hendrix

Ciao ragazzi.
Ho pensato che dopo un articolo sul Fuzz Face non potevo esimermi dal prendere in esame l'intero setup del grande Uomo che cambiò le sorti della chitarra elettrica. Lo farò nella maniera più chiara e sintetica possibile, naturalmente lasciando spazio ad eventuali scoop da parte di tutti voi.


Iniziamo dall'ottobre del 1966. Jimi è giunto da circa un mese nella Swinging London e si prepara al grande esordio discografico con la sua Experience. Il primo singolo che cambia le sorti del Bob Dylan Nero (così era soprannominato all'epoca Hendrix...) è il brano Hey Joe, uscito nel Dicembre 1966.
E complice di questo grande successo è uno Stack Marshall JTM45/100 Super Amplifier nuovo di pacca (dedicheremo al grande ampli un intero Post!),
 una Fender Stratocaster, un Wah Wah Vox o Crybaby e qualche Fuzz sparso qua e là per lo studio di registrazione.


Jimi era un maniaco del suono, un vero pignolo. E la grande instabilità elettronica caratteristica dei primi esemplari di Fuzz lo portava ad attrezzarsi di svariati pedali che poi man mano selezionava in base alla timbrica e alla sonorità desiderata.  Tra i Fuzz adoperati da Hendrix nel primissimo periodo compaiono il FuzzTone Maestro e alcuni Fuzz costruiti per lui dal chitarrista della band The Fugs.


Ma è senza dubbio il Fuzz Face della Dallas Arbiter (vedi post precedente) a prendere posto come protagonista principale ai piedi del grande JIMI.
Tra l’altro nel 1967 Hendrix conosce Roger Mayer, un esperto elettronico al servizio della Royal Navy che già da qualche tempo costruisce effetti per chitarra a personaggi del calibro di Jeff Beck e Jimmy Page.
Da quanto riferito dallo stesso Mayer, Hendrix era sempre alla ricerca di nuovi suoni, sfumature timbriche particolari, e continuamente gli chiedeva di mettere su qualcosa di nuovo, di modificare i pedali in suo possesso per creare nuovi suoni.
Fu così che dall’ingegno del dottor Mayer venne fuori l’Octavia, altro aggeggio infernale che caratterizza il sound di Hendrix a partire da Purple Haze, brano in cui è ben evidente l’utilizzo di detto pedale. Grazie a questa scatolina magica, che esamineremo poi in dettaglio in un Post dedicato, la nota suonata viene sovrapposta ad un’altra nota più alta di un’ottava creando un effetto Synth.


In studio Hendrix, inoltre, amava suonare con un Leslie, strumento capace di conferire un effetto rotativo al suono, e  che nel 1969 fu riprodotto dalla Univox sotto forma di pedale. Tale effetto prese il nome di UniVibe. Anch’esso andò ad infoltire l’arsenale pedali di Jimi. (N.d.r. Osservate bene i filmati di Woodstock ’69…).




Per chi di voi voglia dilettarsi con un po’ d’inglese consiglio il libro
“Jimi Hendrix Gear: The Guitars, Amps & Effects That Revolutionized Rock 'n' Roll”  tra i cui autori figura Roger Mayer !
E naturalmente consiglio l’ascolto attento dell’intera discografia Hendrixiana!
Have a Good Tone!

sabato 19 febbraio 2011

Il FUZZ FACE !

Ciao amici, oggi parleremo di Fuzz ! Anzi, meglio, di Fuzz Face.
E cioè di quell’effetto che ha decisamente cambiato il corso del suono della chitarra elettrica. Oggi potrebbe sembrare scontato collegare una Stratocaster ad un Fuzz Face (beato chi ne possiede un esemplare originale d’epoca…) per ottenere il riff di Foxy Lady, ma nella metà dei Sixties tutto ciò ebbe un effetto folgorante sui timpani di coloro che si videro piombare addosso una vera e propria cascata di note bollenti ottenute grazie alla saturazione che i 2 transistor al germanio apportavano al segnale della chitarra.
E quindi vediamo un po’ più da vicino come nasce questo magico pedale!
Pare che il primo progettista del circuito Fuzz Face stesse sperimentando, provando e riprovando ad incrementare il gain degli allora comunissimi transistor al germanio.
La maggior parte dei transistor al germanio dell’epoca aveva un gain medio di 70       ( per chi non ha termini di paragone vi dico semplicemente che altri tipi di transistor di costruzione più moderna arrivano a gain compresi tra 500 e 900 !!! ).
Quindi alla fine con un gioco di condensatori e resistenze, riuscì a far venir fuori dai 2 transistor al germanio un suono del tutto innovativo.
Lo schema originale del primo Fuzz Face era costituito da 2 transistor al germanio, 4 resistenze, 2 condensatori e 2 comandi, Volume e Fuzz. Peculiarità principale era la possibilità di passare da un elevato livello di gain ad un suono clean semplicemente agendo sul volume della chitarra e un’elevatissima sensibilità al tocco del chitarrista (ascolti consigliati a tal proposito Live a Monterey della Jimi Hendrix Experience e Live at Pompei dei Pink Floyd).


I transistor al germanio più comuni all’epoca erano i ben noti AC128, e furono proprio questi ultimi ad equipaggiare i primi Fuzz Face. Molto utilizzati ed apprezzati furono anche gli NKT275.


Uno dei personaggi che per primo iniziò a modificare il circuito del Fuzz Face fu l’ingegnere del suono di Jimi Hendrix, tale Roger Mayer. Sperimentando un po’ su vari valori del circuito, riuscì a cucire addosso ad Hendrix il suo caratteristico sound, che è quello che noi tutti conosciamo.
Negli anni a seguire parecchi costruttori hanno rivisitato il celebre circuito di casa Dallas Arbiter, e tutt’oggi parecchi bravi artigiani si cimentano nella loro interpretazione del leggendario effetto.
Con l’arrivo del 1970 nel circuito del Fuzz Face fanno la loro comparsa i transistor al silicio (es. BC108), caratterizzati da una soglia di gain ben più alta rispetto ai loro cugini al germanio, e quindi da una più limitata possibilità di passare ad un suono clean agendo semplicemente sul comando del volume della chitarra.
Quando la Dunlop acquista il marchio Fuzz Face dalla Dallas Arbiter produce due versioni del Fuzz Face, ma entrambe equipaggiate con transistor al silicio e che quindi non incontrano particolarmente il favore dei puristi del sound anni 60.
Negli anni 90 poi la Dunlop produce una riedizione equipaggiata con transistor NKT al germanio, la quale suona decisamente più simile ai primi modelli di Fuzz Face.
Man mano avremo poi modo di parlare di alcune belle interpretazioni Boutique di questo splendido pedale.
Buon Fuzz a tutti.
                                                                                         Oldstrato

mercoledì 16 febbraio 2011

'60s Vox V846 Wah vs Fulltone Clyde Wah

Ciao a tutti, colleghi seicordisti.
Oggi ho voluto mettere a confronto il Re dei pedali Wah, il VOX V846 del '68 con il Fulltone Clyde Wah!
Beh, all'inizio avevo voglia di farvi ascoltare soltanto il Vox, senza fare alcun confronto.



 Sapete, un pedale come il Vox non merita confronti, è uno degli "attrezzi da lavoro" che ha scolpito nella roccia un determinato sound.
Però la tentazione è stata forte, e siccome ritengo che il Clyde sia forse il pedale wah di produzione moderna che più s'avvicina al celebre antenato ho pensato che ascoltarli fianco a fianco in fondo potrebbe essere d'aiuto a chi, magari proprio in questo momento, sta valutando l'acquisto di un ottimo Wah Wah in stile Vox.
Ecco per gli appassionati uno scatto dell'interno del pedale che mette a nudo la ormai ricercatissima induttanza Icar Metal Can, nonchè i celebri condensatori Made in Italy Arco e Procond:


E pensare che un capolavoro del genere all'epoca era costruito a Pescara dalla JEN elettronica !
Una parte d'Italia che ha costruito la storia del Pop/Rock internazionale.
Ecco a voi il link della prova:
 http://www.youtube.com/watch?v=AqHsvKmLvPs

RocK On!


martedì 15 febbraio 2011

FULLTONE Clyde WAH vs RMC Picture WAH !


Ciao a tutti amici.
Credo che la mia avventura in questo blog non possa iniziare in un modo migliore, e cioè mettendo a confronto due grandissimi pedali wah wah made in USA: il FULLTONE Clyde e l'RMC Picture wah.
Entrambi i wah si rifanno al celebre wah wah VOX di metà anni '60, pur avendo ognuno la propria "voce" e la propria personalità.


Qui di seguito vi lascio un paio di link grazie ai quali potrete giudicare con le vostre orecchie. Per quanto mi riguarda posso semplicemente dirvi che amo entrambi i pedali, in primis per l'eccelsa manifattura e per la scelta di componenti elettronici di alto livello. E poi perchè davvero hanno una voce di gran classe, come dev'essere per due grandi oggetti boutique quali essi sono.
Per gli impallinati d'elettronica come me tengo a precisare che all'interno del Picture wah troviamo una replica dell'induttanza modello Metal Can (come nel Vox Wah modello V846 di fine anni '60), mentre nel Clyde troviamo un'induttanza Halo replica, come nel Vox Wah modello Clyde McCoy di metà anni '60).


Ecco i link di cui vi dicevo, buon ascolto:

http://www.youtube.com/watch?v=MLoktq2iLqM
http://www.youtube.com/watch?v=mrX9kirwNz4&feature=mfu_in_order&list=UL


lunedì 14 febbraio 2011

Benvenuti amici 4 e 6 cordisti ;-)

Ciao a tutti ragazzi, chitarristi, chitarrai, chitarrofili, e a tutti coloro che avranno voglia di seguirmi in questa splendida avventura.
Il mio nome è Giuseppe (oppure Vintagestrato, se vi dovesse ispirare di più) e vi do il benvenuto in quello che voglio diventi l’anello di congiunzione tra me, voi e il nostro splendido mondo fatto di effetti, effettini, amplificatori, valvole, speakers, attenuatori, e chi più ne ha più ne metta!
Nel nome di battesimo di questo mio blog ho voluto racchiudere in due parole quella che è la mission dello stesso, e cioè analizzare i più bei suoni di chitarra mai esistiti e attualmente esistenti nell’universo musicale! Partendo naturalmente dall’ingrediente numero uno, e cioè dal tocco, per arrivare agli “attrezzi” del mestiere, quegli oggettini che noi tutti tanto amiamo, quelle scatoline magiche tutte colorate piene di switch e manopole, talvolta contenenti strani oggetti luminescenti e caldi, che gli esseri umani sono soliti identificare in maniera riduttiva col termine di valvole.
Con quali di questi attrezzi sono stati ottenuti i più bei riff di chitarra, i soli più coinvolgenti della storia? E con quali attrezzi noi tutti cerchiamo di ottenere suoni altrettanto intriganti ed efficaci?
Il viaggio è lunghissimo e pieno di insidie, per questo motivo vorrei che ognuno di noi dia il suo importantissimo contributo nel raggiungere quello che è il Tono Supremo che qualsiasi chitarrista, a modo suo, ha in mente!
Che ne dite? Partite con me?