Ciao ragazzi.
Ho pensato che dopo un articolo sul Fuzz Face non potevo esimermi dal prendere in esame l'intero setup del grande Uomo che cambiò le sorti della chitarra elettrica. Lo farò nella maniera più chiara e sintetica possibile, naturalmente lasciando spazio ad eventuali scoop da parte di tutti voi.
Iniziamo dall'ottobre del 1966. Jimi è giunto da circa un mese nella Swinging London e si prepara al grande esordio discografico con la sua Experience. Il primo singolo che cambia le sorti del Bob Dylan Nero (così era soprannominato all'epoca Hendrix...) è il brano Hey Joe, uscito nel Dicembre 1966.
E complice di questo grande successo è uno Stack Marshall JTM45/100 Super Amplifier nuovo di pacca (dedicheremo al grande ampli un intero Post!),
una Fender Stratocaster, un Wah Wah Vox o Crybaby e qualche Fuzz sparso qua e là per lo studio di registrazione.
Jimi era un maniaco del suono, un vero pignolo. E la grande instabilità elettronica caratteristica dei primi esemplari di Fuzz lo portava ad attrezzarsi di svariati pedali che poi man mano selezionava in base alla timbrica e alla sonorità desiderata. Tra i Fuzz adoperati da Hendrix nel primissimo periodo compaiono il FuzzTone Maestro e alcuni Fuzz costruiti per lui dal chitarrista della band The Fugs.
Ma è senza dubbio il Fuzz Face della Dallas Arbiter (vedi post precedente) a prendere posto come protagonista principale ai piedi del grande JIMI.
Tra l’altro nel 1967 Hendrix conosce Roger Mayer, un esperto elettronico al servizio della Royal Navy che già da qualche tempo costruisce effetti per chitarra a personaggi del calibro di Jeff Beck e Jimmy Page.
Da quanto riferito dallo stesso Mayer, Hendrix era sempre alla ricerca di nuovi suoni, sfumature timbriche particolari, e continuamente gli chiedeva di mettere su qualcosa di nuovo, di modificare i pedali in suo possesso per creare nuovi suoni.
Fu così che dall’ingegno del dottor Mayer venne fuori l’Octavia, altro aggeggio infernale che caratterizza il sound di Hendrix a partire da Purple Haze, brano in cui è ben evidente l’utilizzo di detto pedale. Grazie a questa scatolina magica, che esamineremo poi in dettaglio in un Post dedicato, la nota suonata viene sovrapposta ad un’altra nota più alta di un’ottava creando un effetto Synth.
In studio Hendrix, inoltre, amava suonare con un Leslie, strumento capace di conferire un effetto rotativo al suono, e che nel 1969 fu riprodotto dalla Univox sotto forma di pedale. Tale effetto prese il nome di UniVibe. Anch’esso andò ad infoltire l’arsenale pedali di Jimi. (N.d.r. Osservate bene i filmati di Woodstock ’69…).
Per chi di voi voglia dilettarsi con un po’ d’inglese consiglio il libro
“Jimi Hendrix Gear: The Guitars, Amps & Effects That Revolutionized Rock 'n' Roll” tra i cui autori figura Roger Mayer !
E naturalmente consiglio l’ascolto attento dell’intera discografia Hendrixiana!
Have a Good Tone!
Ho pensato che dopo un articolo sul Fuzz Face non potevo esimermi dal prendere in esame l'intero setup del grande Uomo che cambiò le sorti della chitarra elettrica. Lo farò nella maniera più chiara e sintetica possibile, naturalmente lasciando spazio ad eventuali scoop da parte di tutti voi.
Iniziamo dall'ottobre del 1966. Jimi è giunto da circa un mese nella Swinging London e si prepara al grande esordio discografico con la sua Experience. Il primo singolo che cambia le sorti del Bob Dylan Nero (così era soprannominato all'epoca Hendrix...) è il brano Hey Joe, uscito nel Dicembre 1966.
E complice di questo grande successo è uno Stack Marshall JTM45/100 Super Amplifier nuovo di pacca (dedicheremo al grande ampli un intero Post!),
una Fender Stratocaster, un Wah Wah Vox o Crybaby e qualche Fuzz sparso qua e là per lo studio di registrazione.
Ma è senza dubbio il Fuzz Face della Dallas Arbiter (vedi post precedente) a prendere posto come protagonista principale ai piedi del grande JIMI.
Tra l’altro nel 1967 Hendrix conosce Roger Mayer, un esperto elettronico al servizio della Royal Navy che già da qualche tempo costruisce effetti per chitarra a personaggi del calibro di Jeff Beck e Jimmy Page.
Da quanto riferito dallo stesso Mayer, Hendrix era sempre alla ricerca di nuovi suoni, sfumature timbriche particolari, e continuamente gli chiedeva di mettere su qualcosa di nuovo, di modificare i pedali in suo possesso per creare nuovi suoni.
Fu così che dall’ingegno del dottor Mayer venne fuori l’Octavia, altro aggeggio infernale che caratterizza il sound di Hendrix a partire da Purple Haze, brano in cui è ben evidente l’utilizzo di detto pedale. Grazie a questa scatolina magica, che esamineremo poi in dettaglio in un Post dedicato, la nota suonata viene sovrapposta ad un’altra nota più alta di un’ottava creando un effetto Synth.
In studio Hendrix, inoltre, amava suonare con un Leslie, strumento capace di conferire un effetto rotativo al suono, e che nel 1969 fu riprodotto dalla Univox sotto forma di pedale. Tale effetto prese il nome di UniVibe. Anch’esso andò ad infoltire l’arsenale pedali di Jimi. (N.d.r. Osservate bene i filmati di Woodstock ’69…).
Per chi di voi voglia dilettarsi con un po’ d’inglese consiglio il libro
“Jimi Hendrix Gear: The Guitars, Amps & Effects That Revolutionized Rock 'n' Roll” tra i cui autori figura Roger Mayer !
E naturalmente consiglio l’ascolto attento dell’intera discografia Hendrixiana!
Have a Good Tone!